Parte 1 - Il 2020 in breve: Dpcm dopo Dpcm…
- Francesca Piana
- 22 nov 2020
- Tempo di lettura: 9 min
Aggiornamento: 28 dic 2020
«La vittoria della ragione non può essere che la vittoria di coloro che ragionano».
B. Brecht
Chi mi conosce sa che sono nata a Brescia e per metà sono bergamasca. I morti non hanno colore, nazionalità e cultura, ma vedere le camionette dei militari trasportare le salme provenienti delle mie città di appartenenza in una macabra sfilata in Piazza Prato della Valle a Padova non ha potuto lasciarmi indifferente. Soprattutto dopo aver trascorso i primi mesi di questo anno lontano dalla famiglia e dagli affetti.
Dopo questi 11 mesi trascorsi su montagne russe emotive penso sia arrivato il momento di fare chiarezza in merito ad un anno del tutto particolare. Ho pensato di dividere in tre post l’argomento. In questo primo scritto riporto le principali notizie che volenti o nolenti abbiamo letto, partecipato per tutto l’anno e che ci hanno costretto ad un escogitare soluzioni per l’inizio di quella che è stata un’ecatombe del tutto imprevedibile e la costante costrizione all’incertezza più estrema dovuta, a mio avviso, ai mezzi di stampa e tv. Nel secondo post riporterò i dati e gli studi che il nostro panorama scientifico ci mette, fortunatamente, a disposizione regolarmente. Con il terzo ed ultimo post mi piacerebbe condividere con voi le mie opinioni e riflessioni.
Il 2019 non è stato effettivamente un anno semplicissimo, a giugno iniziano una serie di incendi boschivi che hanno devastato parte della Australia sud-orientale e soltanto il 2 marzo 2020 il corpo dei Vigili del Fuoco australiano, tramite un comunicato, ha fatto sapere che dall'inizio di febbraio non si sono più registrati incendi attivi, decretando così la fine dell'emergenza.
Non termina benissimo neanche a Venezia, ad esempio, con un’alta marea eccezionale dove l’acqua arriva a 1,87m. Così il premier va in Laguna: allerta massima, anche domani scuole chiuse. Una vittima a Pellestrina. Danni a San Marco.
«Un disastro con danni incalcolabili. Sono queste le parole pronunciate dal sindaco Luigi Brugnaro mercoledì mattina, dopo un sopralluogo della città messa in ginocchio da un’acqua alta da record di 187 centimetri, seconda soltanto ai 194 centimetri raggiunti con l’alluvione del 1966. “Parliamo di danni per centinaia di milioni di euro” ha detto il primo cittadino che da giorni continua a monitorare la situazione».
Vera Mantengoli, (13 novembre 2019). La Repubblica.
In seguito alla segnalazione da parte della Cina (31 dicembre 2019, il 30 gennaio 2020, in seguito alla segnalazione da parte della Cina di un cluster di casi di polmonite ad eziologia ignota (poi identificata come un nuovo coronavirus Sars-CoV-2) nella città di Wuhan, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato emergenza di sanità pubblica di interesse internazionale l'epidemia di coronavirus in Cina.
“Ma si dai, che vuoi che sia? La Cina è dall’altra parte del mondo, sarà una notizia come un’altra, io vivo e lavoro qui che c’entro?!”.
Questo particolarissimo 2020, anno bisestile, per noi italiani inizia il 23 gennaio: quando il governo cinese mette in quarantena la metropoli di Wuhan, e successivamente espande il provvedimento a quasi tutta la provincia di Hubei. Si tratta della più grande quarantena mai disposta nella storia umana per estensione e numero di persone coinvolte. Questa notizia inizia ad assumere un certo interesse, facendo passare in sordina che il giorno successivo, il 24 gennaio in Turchia ha avuto luogo un terremoto di magnitudo 6.7 che uccide 41 persone lasciandone ferito 1670. Il 30 gennaio: l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) dichiara l'epidemia del nuovo coronavirus "emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale".
A febbraio le cose non sembrano migliorare, il 27 il Dow Jones precipita di 1190,95 punti, pari ad una perdita del 4,4% registrando il suo più grande tracollo in un solo giorno nella storia. Ciò segue diversi giorni di crisi segnando la peggior settimana per l'indice dalla crisi del 2008. Tutto ciò è innescato dal timore dei mercati nei confronti dell'epidemia di COVID-19.
A marzo iniziamo a renderci conto che il mondo non è così grande e noi non siamo eterni e che vivere nel tran tran della nostra cittadina di provincia non ci mette al riparo, non è più uno scherzo, i comunicati ora toccano anche noi, i titoli dei giornali non sembrano più tanto scandalistici, magari un po’ confusi, persino il governo e la comunità scientifica sono in difficoltà nel prendere decisioni, ci troviamo nel pieno di un’emergenza sanitaria di portata mondiale del tutto nuova. Il sistema sanitario italiano offre tutto ciò che può, ma è al collasso: mancano i posti letto, che vengono eroicamente architettati in ogni dove, le attrezzature e il personale altamente specializzato che le sappia usare. L’informazione è alle stelle ogni giornale, telegiornale o fonte di notizia sembra delirare numeri, creando casi gravissimi di infodemia, disordine e anarchia.
Panico! “Ma allora è davvero grave? Ma allora ci sono regioni dove le persone muoiono? Ma dai, vuoi che arrivi qui? E se arrivasse”…
Da gennaio a marzo i casi erano ancora pochi. Dal 4 marzo il Presidente Conte in diversi canali inizia a diffondere le misure apparentemente drastiche, in realtà erano semplicemente adeguate e proporzionate a tutelare la salute dei cittadini, a contenere la diffusione del contagio. Presidente e Ministro dell’Istruzione hanno annunciato la sospensione in tutta Italia delle attività didattiche negli istituti scolastici e nelle università dal 5 al 15 marzo al fine di contenere il contagio.
Nel mese di marzo i Dpcm si cambiano e si susseguono di giorno in giorno, ogni giorno nuove misure per il contenimento e il contrasto del diffondersi del virus Covid-19 sull'intero territorio nazionale, attività chiuse, mascherine ed utilizzo dei guanti obbligatori, vietata ogni forma di assembramento di persone in luoghi pubblici o aperti al pubblico, eventi e manifestazioni sportive sospesi o a porte chiuse.
La sezione “risposte alle domande frequenti (FAQ)” sulle misure contenuto nel decreto #IoRestoaCasa (Dpcm 9 marzo 2020) pubblicate sul sito del Governo è in continuo aggiornamento.
Nella serata dell’11 marzo viene comunicato il nuovo Dpcm: chiusura di tutte le attività commerciali, di vendita al dettaglio, ad eccezione dei negozi di generi alimentari, di prima necessità, delle farmacie e delle parafarmacie. La soluzione più veloce per cercare di salvare il salvabile è lo smart working, il lockdown è ufficiale.
Il 20 marzo “Il Ministro della Salute ha firmato l'ordinanza che vieta: l'accesso del pubblico ai parchi, alle ville, alle aree gioco e ai giardini pubblici; di svolgere attività ludica o ricreativa all'aperto. Resta consentito svolgere individualmente attività motoria in prossimità della propria abitazione, purché comunque nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona. L'ordinanza inoltre impone la chiusura degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande, posti all'interno delle stazioni ferroviarie e lacustri, nonché nelle aree di servizio e rifornimento carburante, con esclusione di quelli situati lungo le autostrade, che possono vendere solo prodotti da asporto da consumarsi al di fuori dei locali; restano aperti quelli siti negli ospedali e negli aeroporti, con obbligo di assicurare in ogni caso il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro. Nei giorni festivi e prefestivi, nonché in quegli altri che immediatamente precedono o seguono tali giorni, è vietato ogni spostamento verso abitazioni diverse da quella principale, comprese le seconde case utilizzate per vacanza. Le disposizioni della presente ordinanza producono effetto dal 21 marzo e sono efficaci fino al 25 marzo 2020.”
Il 22 marzo il Ministro della Salute e il Ministro dell’Interno emettono una nuova ordinanza: divieto a tutte le persone fisiche di spostarsi con i mezzi di trasporto pubblico o privati in comuni differenti dal proprio, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute. Nuovo Dpcm che prevede la chiusura attività produttive non essenziali o strategiche e posticipa il termine del precedente decreto non più il 25 marzo, ma al 3 aprile. “Iniziano ad allungarsi questi periodi di restrizione” – i pensieri iniziano ad accumularsi, tutto è straziante, monotematico e alienante da mesi.
Arriviamo ad Aprile, il 1° il Presidente del Consiglio, annuncia in conferenza stampa di aver ha firmato il Dpcm che proroga fino al 13 aprile le misure fin qui adottate per il contenimento del contagio epidemiologico da Covid-19.
10 aprile in conferenza stampa Giuseppe conte annuncia un nuovo Dpcm; proroga fino al 3 maggio delle misure restrittive fino ad ora adottate per contenere l’emergenza epidemiologica da Covid-19. Con questo nuovo Dpcm dal 14 aprile riapriranno cartolerie, librerie, negozi per bambini e neonati, aggiunte altre attività produttive come la silvicoltura e l’industria del legno. “Si respira speranza, finalmente!”
Il 26 aprile il Presidente annuncia le misure per contenimento nella “fase 2”.
Il 16 maggio Conte, in conferenza stampa illustra le misure contenute nel Dpcm di attuazione del Decreto-legge 16 maggio 2020, n. 33, in vigore da lunedì 18 maggio.
La speranza di un ritorno al quotidiano inizia ad aumentare; piano piano la vita di tutti i giorni inizia riprende, si può uscire di casa, si vedono automobili per strada, i negozi e alcune attività riaprono seppur con le dovute misure cautelative, le mascherine si possono abbassare nei luoghi pubblici…
“La pandemia è finita! Anzi, chissà se c’è mai stata? Sarà stato un complotto? l’installazione di stazione radio base con tecnologia 5G?”
Il 3 giugno tornano ad essere consentiti gli spostamenti interregionali.
“Ma allora posso tornare a casa? Posso spostarmi? Posso finalmente andare in vacanza!”
11 giugno 2020, nuovo Dpcm: “si autorizza la ripresa di ulteriori attività a partire dal 15 giugno tra cui: centri estivi per i bambini, sale giochi, sale scommesse, sale bingo, così come le attività di centri benessere, centri termali, culturali e centri sociali. Riprendono, inoltre, gli spettacoli aperti al pubblico, le sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche e in altri spazi anche all'aperto ma con alcune cautele/precauzioni. Restano invece sospese tutte le attività che abbiano luogo in sale da ballo, discoteche, locali assimilati sia all'aperto che al chiuso".
A partire dal 12 giugno, riprendono invece gli eventi e le competizioni sportive a porte chiuse, ovvero all'aperto senza la presenza del pubblico nel rispetto dei protocolli di sicurezza emanati dalle rispettive Federazioni sportive al fine di prevenire le occasioni di contagio.
A decorrere dal 25 giugno 2020 è consentito lo svolgimento anche degli sport di contatto nelle Regioni e Province Autonome che, d’intesa con il Ministero della Salute e dell’Autorità di Governo delegata in materia di sport, abbiano preventivamente accertato la compatibilità delle suddette attività con l’andamento della situazione epidemiologica nei rispettivi territori”.
Il 30 luglio però Il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto-legge che introduce misure urgenti connesse con la scadenza della dichiarazione di emergenza epidemiologica da COVID-19 deliberata il 31 gennaio 2020. Il testo proroga, dal 31 luglio al 15 ottobre 2020, le disposizioni di cui ai decreti legge nn. 19 e 33 del 2020 che consentono di adottare specifiche misure di contenimento dell’epidemia.
Il Governo e il Consiglio dei Ministri ha sempre lavorato a decreti-legge che introducano misure urgenti per il sostegno e il rilancio dell’economia. L’economia è in ginocchio: bisogna sostentare lavoratori, famiglie e imprese, con particolare riguardo alle aree svantaggiate del Paese.
Siamo al 3 settembre… I mesi passano, volati, un giorno identico al precedente immaginandolo tale e quale al succesivo. Ma è anche arrivato tempo di riflettere sulla ripresa scolastica nella massima sicurezza. “Il Consiglio dei Ministri n. 62 ha approvato ha approvato il decreto-legge n. 111/2020 che introduce disposizioni urgenti per far fronte a esigenze indifferibili connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19. Il testo interviene in diversi ambiti, al fine di garantire il regolare avvio dell’anno scolastico, rimodulare e garantire il trasporto pubblico locale e misure di sostegno alle isole Pelagie.
7 ottobre, a seguito della nota del Ministro della Salute e il parere del Comitato tecnico scientifico, il Consiglio dei ministri n.66 ha deliberato la proroga, fino al 31 gennaio 2021, dello stato d’emergenza dichiarato in conseguenza della dichiarazione di “emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale” da parte della Organizzazione mondiale della sanità (OMS).
Dal 13 al 18 ottobre i Dpcm si sono inaspriti: il presidente firma un nuovo Dpcm volto a integrare il precedente decreto del 13 ottobre, con ulteriori misure di natura restrittiva, al fine di contenere quanto più possibile il contagio, in presenza di una recrudescenza del virus, ormai in atto da alcune settimane.
Il resto di ottobre è stato un susseguirsi di riunioni, incontri, conferenze stampa, stesura di nuovi Dpcm con ulteriori misure per contrastare l'epidemia da COVID-19.
2 novembre – L’Istituto Superiore di Sanità (ISS), dopo aver letto il report settimanale di monitoraggio sull’evoluzione del quadro pandemico è stato costretto a preannunciare un nuovo corpus di misure restrittive. In ragione di queste sopravvenute evenienze, Il Presidente ha anticipato il confronto con il Parlamento al fine di accogliere i rilievi e le osservazioni contenute nelle risoluzioni approvate dalle Camere sull'adozione di un ulteriore provvedimento.
Il 6 novembre è stato firmato un nuovo Dpcm che comprende nuove misure da adottare per fronteggiare quest’emergenza epidemiologica, sarà in vigore dal 6 novembre al 3 dicembre.
«Il nuovo Dpcm individua tre aree - gialla, arancione e rossa - corrispondenti ai differenti livelli di criticità nelle Regioni del Paese e per le quali sono previste misure specifiche. Nella fascia riservata alle Regioni a rischio di massima gravità, con scenario 4 (Area rossa) sono concentrate le misure più restrittive; nella fascia per le Regioni a rischio alto ma compatibili con lo scenario 3 (cosiddetta area arancione), sono previste misure lievemente meno restrittive, nella terza fascia, quella per tutto il territorio nazionale, rientrano le restanti Regioni (Area gialla)»
Il 7 novembre 2020 dal Consiglio dei ministri è stato approvato un decreto-legge che presenta ulteriori misure urgenti per poter far fronte alle conseguenze dell’epidemia da COVID-19. Il testo agisce a favore di ulteriori stanziamenti di risorse destinati alle attività economiche interessate sia direttamente sia indirettamente, dalle restrizioni predisposte per la salvaguardia della salute, al sostegno dei lavoratori.
Adesso che abbiamo fatto un lungo excursus su come si sono susseguiti i surreali eventi che sono capitati in questo assurdo 2020 sarebbe interessante cercare di ricordare le emozioni, i pensieri, gli stati d’animo che ci hanno accompagnati.
Nel frattempo auguro a tutti voi una buona Domenica a tutti!!!

Sitografia:
https://eurispes.eu/wp-content/uploads/2020/01/eurispes-sintesi-ri2020.pdf
http://www.governo.it/it/articolo/domande-frequenti-sulle-misure-adottate-dal-governo/15638
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