Parte 1 - Inquadramento concettuale
- Francesca Piana
- 11 nov 2020
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 17 nov 2020
Il fenomeno del bullismo, anche se con altre modalità, è sempre esistito declinandosi nel corso della Storia con diverse modalità e accezioni, tuttavia da sempre si è dimostrato un tratto caratteristico della vita sociale dei giovani e degli adolescenti. Ne sono una testimonianza i romanzi e i racconti in cui questo fenomeno viene narrato e descritto: lo scrittore Edmondo De Amicis, nel lontano 1886 descrive il bullo Franti nel celebre libro Cuore, ma anche i romanzi dei giorni nostri che raccontano vicende di ragazzi e ragazze oppressivi, un esempio è la descrizione di Tamerlane, un ragazzo “prepotente”, proposta dallo scrittore inglese Ian McEwan, nel romanzo L'inventore di sogni del 1993. I profili dei due personaggi evidenziano come fenomeni di aggressività e prevaricazione si presentino trasversalmente le classi sociali e i momenti storici.
«È malvagio. Quando viene un padre nella scuola a fare una partaccia al figliolo, egli ne gode; quando uno piange, egli ride… Provoca tutti i più deboli di lui, e quando fa a pugni, s’inferocisce e tira a far male. Ci ha qualcosa che mette ribrezzo su quella fronte bassa, in quegli occhi torbidi che tiene quasi nascosti sotto la visiera del suo berrettino di tela cerata. Non teme nulla, ride in faccia al maestro, ride quando può, nega con una faccia invetriata, è sempre in lite con qualcheduno, si porta a scuola degli spilloni per punzecchiare i vicini, si strappa i bottoni della giacchetta, e ne strappa agli altri, e li gioca, e ha cartella, quaderni, libri, tutto sgualcito, stracciato, sporco, la riga dentellata, la penna mangiata, le unghie rose, i vestiti pieni di frittelle e di strappi che si fa nelle risse»
De Amicis, E. (1886). Cuore. Libro per i ragazzi, Treves, Milano.

Negli ultimi anni si è posta una forte attenzione relativamente a episodi di bullismo. L’interesse dimostrato dai mass media e le risposte istituzionali del Ministro della Pubblica istruzione e del Ministro dell’Interno hanno prodotto politiche educative e sociali rivolte a contrastarne le dinamiche, ma se da una parte hanno permesso una maggior consapevolezza del problema, dall’altra hanno permesso e favorito un uso indiscriminato del termine, creando una confusione di termini e significati: è stato utilizzato infatti sia per indicare fenomeni che possono esserne espressione a pieno titolo, sia in riferimento a episodi di violenza estrema, oppure a episodi conflittuali che rientrano, invece, nella normalità del periodo dello sviluppo.
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